Ogni anno le prime due settimane di settembre i miei genitori affittavano una casa a Someda, un paesino della Val di Fassa, dove alloggiavamo insieme ai miei nonni materni. Passavamo in Trentino 14 giorni di pura natura tra passeggiate in paese, scarpinate interminabili verso rifugi sperduti sulle Dolomiti e grigliate di carne e funghi nei boschi, circondati da mucche e pecore. Io non capivo il senso di quel tipo di vacanza, detestavo quelle marce della morte verso mete per me prive di attrattiva e soffrivo terribilmente la noia a non avere compagni di giochi. Mi ritrovai a pregare intensamente che piovesse il più possibile, così almeno sarei potuta stare in casa a leggere e disegnare.
In uno di quei giorni piovosi in cui le mie preghiere erano state esaudite, trovai sul comodino di mio padre uno di quei libricini della Bur della collana dei Peanuts: fu subito amore a prima vista per Linus, Snoopy, Charlie Brown e gli altri bambini dolci e paranoici dell'universo di Schulz. Divorai il libro all'istante, ma fu solo il primo della lunga serie di volumi della sterminata collezione che trovai tra gli scaffali dei miei genitori. Durante quelle ricerche scoprii anche la rivista Linus e così ebbi modo di conoscere Bristow, Beatle Bayley, B.C., Pogo e tanti altri fumetti che adoro e che hanno inevitabilmente segnato il mio stile. Ad ogni modo i Peanuts e Calvin & Hobbes rimangono pietre miliari nella mia formazione artistica, come si può ben notare nelle vignette delle "Twins", un fumetto che creai nel 1994, all'età di 12 anni.
"Twins" ("gemelle" in inglese) parla di Dimity ed Emma, due gemelle identiche che vivono in Connecticut con la loro famiglia. A dispetto della loro incredibile somiglianza fisica, le loro personalità sono diametralmente opposte: Emma ha un'indole sportiva ed energica, mentre Dimity è più femminile e riflessiva.
L'influenza dei fumetti di Schulz e Watterson è più che mai evidente sia nel segno che nei dialoghi di queste storie, come è anche chiara la mia tendenza ad elaborare personaggi logorroici e complessati, di cui "Leo & Lou" sono gli emblematici ultimogeniti.
In realtà ho avuto davvero poca fantasia a creare questo fumetto dato che le due gemelle esistono veramente: sono due mie lontane parenti che vivono vicino a New York dove andai per la prima volta in vacanza nell'estate del 1992, divertendomi come una pazza."
2 commenti:
che brava! facevi dei veri e propri comic book con tanto di copertina!
hehehe sì...e poi li pinzavo e rilegavo con lo scotch nero isolante ..i primi piccoli passi nel magico mondo dell'autoproduzione ;)
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