Andavo a scuola dalle suore, quindi la maggior parte dei soggetti dei miei disegni erano di stampo religioso. Ricordo che ci facevano disegnare moltissimo.
Alle elementari ogni “dettato” o “pensierino” doveva essere corredato dall’apposito disegno.
La nostra maestra, la signora Silvana (una delle poche laiche che circolava per scuola) ci dava due voti separati: uno allo scritto e uno al disegno. Io ero forte nel disegno, un po’ meno forte nello scritto. Questi li ho disegnati in seconda elementare, a sette anni.
C’è anche il mio primo fumetto: una storia sugli anziani disegnata per un concorso tra scuole.
“L’Ascensione” – “Lo Spirito Santo” (7 anni)
“Gli anziani vanno sempre rispettati” (7 anni)
La vena comica, invece, è uscita fuori solo al liceo e con quella anche la mia capacità di raccontare. I voti più alti li avevo in italiano e in disegno.
In disegno ornato (ovvero ricopiare per me e per mezza classe i quadri dei pittori italiani che la prof. Rita Bruno ci affibbiava settimanalmente) e in falsificazione di firme ero fortissima. Prezzi modici: un disegno e/o una firma di genitore in cambio di sigarette e/o barrette di cioccolato. Ma la cosa che più mi divertiva era ritrarre compagni di classe e professori (e John Lennon).
I miei ex compagni di classe hanno i diari pieni di queste cose.
I tre professori che mi riuscivano meglio erano il Satun, serafico professore di filosofia (qui in versione “Elvis”), il Carzaniga, professore di religione fricchettone (fumava sigarette in classe e ti lanciava cancellini in faccia se non lo stavi a sentire: mira infallibile) e la Zucconi, la nostra ultrasessantenne professoressa toscana di bioloscia.
Compagni di classe meglio ritratti, invece: Antonella, Cesari e Tomasini (qui in versione “botto cor motorino”).
Li ritroviamo tutti insieme in quello che, dopo “Gli anziani vanno sempre rispettati” può essere considerato il mio secondo fumetto (special guests: Zucconi-Carzaniga):
“Elvisdum”–“Compagni di classe”–“Carzaniga”–“Zucconi” (15 anni)
“Il sabato” (15 anni)
Prego notare l’esilarante battuta “intanto dall’oblò della porta”: la porta della nostra classe era infatti bucata. Periferia Roma Nord, miei cari, mica centro storico!
Il “Liceo Scientifico Louis Pasteur” nonostante confinasse con un ospedale, un ex-manicomio e un carcere minorile era (ed è) un’ottima scuola, a parte le porte. Ci ha studiato anche Massimo Lopez… si vede che questa situazione di vicinato ispirava autoironia e comicità!
Comunque.
Dopo il liceo ho abbandonato il disegno per molti anni. L’ho ripreso solo tre anni fa.
Riguardando queste tavole, mi rendo conto che prima o poi doveva accadere: disegnare mi divertiva troppo.
"La Teoria di Benedetta" (2007)
1 commento:
clap clap clap
applausi a marta ed a federica!
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